I Grandi Classici: Tutti Gli Uomini del Presidente
Carissimi amici, iniziamo una
nuova rubrica intitolata I Grandi Classici. Vi indicheremo i titoli che
secondo Empire, la più prestigiosa rivista di cinema, hanno fatto la storia del
cinema. Se avete già visto questi film, ci complimentiamo con voi! Siete dei veri
cinefili! Se non li avete visti, dovete assolutamente recuperare!
Iniziamo con Tutti Gli
Uomini Del Presidente (1976) con Robert Redford e Dustin Hoffman.
Due giornalisti del
Washington Post, Bon Woodward e Carl Bernstein scoprono per caso la storia del
secolo: una campagna truccata che potrebbe arrivare addirittura all’Ufficio
Ovale. Tentare un approccio così dettagliato e realistico allo scarno racconto
dell’investigazione di Woodward e Bernstein è stato un rischio grosso per il
regista Alan J. Pakula e per lo sceneggiatore William Goldman. Sarebbero potuti
andare incontro a un flop. Questo era il rischio. Il risultato è uno dei
ritratti più intelligenti, nel cinema americano moderno, degli errori politici
di una nazione, e una descrizione quasi perfetta del giornalismo ai suoi
massimi livelli.
La storia si sviluppa con un
livello di dettaglio quasi impossibile da seguire, ma questo non fa che
accrescere la portata del film, mentre il disegno di vèritè di Pakula va oltre
la mera ricerca di informazioni per esprimersi nella forza dell’ufficio
vibrante di attività del Post, dove Jason Robards, vincitore di un Oscar nei
panni dell’Executive Editor Ben Bradlee, controlla ogni cosa. E’ la sua voce
che riecheggia la più grande difesa, a oggi, del Quarto Potere: “Niente potrà
farlo passare, se non il Primo Emendamento, la libertà di stampa, e forse il
futuro della nazione. Non che importi, ma se voi due fate di nuovo casino,
penso che impazzirò”. Wow. Essenziale.
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