Recensione: Storie Pazzesche

Oggi voglio parlarvi in anteprima di Storie Pazzesche, film del regista argentino Damian Szifron che uscirà nelle sale italiane giovedì 11 dicembre. Questa dark comedy è prodotta e presentata da Pedro Almodovar…e si puo capire benissimò perché!  A tratti ricorda molto il suo cinema, con tanto di elementi kitsch e quel pizzico di umorismo un po’ noir. Il titolo originale, Relatos Salvajes (letteralmente “racconti selvaggi”), rende perfettamente  la natura di questo film, infatti i protagonisti di queste sei storie indipendenti tra loro hanno in comune una cosa: vedono tutti esplodere i propri istinti animali, cosa anticipata dalle fotografie "alla National Geographic" di animali che scorrono con i titoli di testa. Tutti gli episodi iniziano con situazioni del tutto normali, fino ad arrivare ad un culmine di vera e propria follia, con irriverenti e talvolta spiazzanti finali a sorpresa.
Storie Pazzesche ci presenta un cocktail di tutti i peggiori sentimenti umani: la vendetta, l’odio, la gelosia, la superbia, che ad uno ad uno esplodono nei protagonisti in un vortice di rabbia e esasperazione. Ad un certo punto infatti personaggi di ogni vicenda si trovano a dover optare per delle decisioni estreme, che sfociano in una sorta di “vendetta karmica” che diverte e crea una sorta di empatia nello spettatore.
Tutte le storie sono intrinse da una sagace vena tragi-comica, capace di rendere ogni racconto entusiasmante ma allo stesso tempo  di lasciare un retrogusto amaro che fa riflettere…il risultato è un mosaico della contemporaneità dolorosamente realistico, a tal punto da sentirsi quasi in colpa a ridere davanti a certe situazioni. 


Il fatto che sia diviso in storie, tutte con vicissitudini e finali diversi, fa si che la pellicola scorra velocemente senza lasciare il tempo di annoiare nemmeno per un minuto, inoltre lascia allo spettatore  una vasta gamma di scelte registiche e narrative, alcune delle quali molto interessanti.
Il risultato finale è davvero godibilissimo... e la storia di chiusura è la vera e propria ciliegina sulla torta (in tutti i sensi!) 


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