"Io, Al Pacino"


L'avete capito. Qui, siamo tutti fan di Al Pacino. Ma dire fan è riduttivo. Lo amiamo. Ma non siamo certo gli unici.

"Nessuno sa essere più intenso, più ardente o più gelido di Al Pacino. Nella sua ricerca del personaggio è davvero spietato." Parola di Meryl Streep, che non risparmia complimenti per il suo collega ed amico.

"Recitare con Al Pacino induce sempre stupore, eccitazione e paura". Queste le parole di John Goodman.

"Per dare vita al personaggio, Pacino procede un pò come Picasso, che fissa la tela bianca per ore, poi, concentratissimo, traccia qualche pennellata e all'improvviso il soggetto prende vita." Così la pensa Michael Mann, che ha diretto Al in ben due film.

Chi è davvero Al Pacino? Quale uomo nasconde la sua maschera d'attore, con il viso scarno, lo sguardo febbricitante, la voce abrasiva? Dove ha attinto il magnetismo gelido e luciferino di un personaggio come Michael Corleone, l'energia distruttiva di Tony Montana, il ritratto malinconico dell'ex militare non vedente in "Scent of a woman"?
Questo libro è un bellissimo viaggio, di tante interviste raccolte attraverso ventisei anni di vita, tra ricordi, cambiamenti, grandi successi, tormenti, grandi delusioni, di questo antidivo che ama il teatro e recita Shakespeare a memoria.
Pacino racconta la sua infanzia di povertà nel Bronx (non c'è nulla da fare, i ricchi non hanno mai nulla da dire), l'epoca in cui sbarcava il lunario facendo il fattorino, il lavoro con registi come Coppola e De Palma e con mostri sacri della recitazione come Marlon Brando, Robert De Niro, Robert Duvall. E ancora, lo studio e i problemi dei ruoli interpretati, la battaglia contro l'alcool, il rapporto con le numerose donne, il pubblico, lo star system.
Al Pacino si concede, getta la maschera (o forse no?) senza nascondere ombre, spigoli e contraddizioni. Le stesse dei personaggi che ha interpretato e continuerà ad interpretare, speriamo, a lungo.


Inutile dirvi che è stata una lettura molto interessante ed intensa. Al ha un pensiero molto fine, per ogni cosa. Vorrei anticiparvi qui uno dei passaggi più interessanti.

L.G.: Come ti rapporti con la tua celebrità?


A.P: Appena diventato famoso mi sentivo come se, per parafrasare Pasternak, le luci puntate sul mio viso mi impedissero di vedere ciò che mi stava intorno. Quando raggiungi la celebrità la gente ti tratta in modo molto diverso e impari a guardare gli altri solo da una certa angolazione, perdendo di vista la dinamica reale dei rapporti umani. Non che siano meschini, ma c'è una certa ostilità fra loro, si annusano l'uno con l'altro. Vanno così le cose fra pari. Nessuno è disponibile o pronto a fare qualcosa per un'altra persona. Invece, quando vieni trattato sempre con grande gentilezza ti dimentichi di come vanno le cose nella vita di una persona normale. Non bisognerebbe dimenticare che la gente, nella realtà, si rapporta agli altri con una certa pesantezza. Così, a volte mi gira la testa. A questo proposito mi piace ricordare le parole di Marlon Brando nei panni di Rio ne "I due volti della vendetta": "Da queste parti sei uno con un solo occhio, Dad, ma io ho visto anche l'altro lato della tua faccia". A volte mi viene proprio voglia di fare questa battuta.



Questa è la copertina del libro autografata dallo stesso Pacino pochi mesi fa, alla 71° Mostra del Cinema di Venezia.



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