House of Cards

Lo ammetto. Sono diventata serieTV-dipendente. Quindi, non solo cinema se la TV si dimostra all'altezza di produrre ottime serie, con trame avvincenti, protagonisti strepitosi, ambientazioni e costumi incredibilmente affascinanti. Le serie che ho amato di più, negli ultimi tempi, sono Breaking Bad, True Detective, The Honourable Woman, le due stagioni di House of Cards. E proprio su quest'ultima, mi voglio soffermare.  La serie del momento (trasmessa in Italia da Sky Atlantic, il mercoledì alle 21:00) è un'immersione nella politica americana. Quella che avviene dietro i riflettori, dove si muovono le ombre del potere assoluto. Eppure questo non le ha impedito di avere come primo fan il Presidente Barack Obama, che si è spinto a dire: "Mi piacerebbe che le cose a Washington fossero così spietatamente efficienti". E i produttori? Hanno subito rilanciato con l'invito ad averlo guest star di un episodio (o di uno spot).Nell'attesa della risposta (presidenziale), ecco alcune curiosità su House of Cards. Dando per scontato che sapete che racconta la storia di Frank Underwood, un politico (Kevin Spacey che si dimostra sempre un attore strepitoso, non solo al cinema o a teatro e di cui apprezzo, personalmente, la riservatezza riguardo la sua vita privata) che vuole vendicarsi del presidente degli Stati Uniti per non aver ottenuto la nomina a segretario di Stato. Prima di vestire i panni di Frank Underwood, Kevin Spacey ha trascorso un anno in quelli dell’ambizioso e spietato Riccardo III, il protagonista della nota tragedia shakespeariana. Due personaggi lontani cronologicamente ma vicini caratterialmente.Strano, ma vero: House of Cards non è esattamente una serie originale: deriva da una serie britannica basata su un libro di Michael Dobbs. L'originale ha debuttato nel 1990, in quattro episodi. Lo scopo? Raccontare la politica nei giorni successivi all'addio di Margaret Thatcher alla politica. Dobbs è inglese, e chiaramente i suoi libri si ispirano alla politica inglese degli anni in cui sono stati scritti, dunque si potrebbe pensare che la versione U.S. di House of Cards non sia così fedele ai testi originali. In realtà lo stesso autore ha dichiarato che l’adattamento americano ha colto lo spirito dei romanzi anche meglio di quanto non sia accaduto per le tre miniserie.Anticipando quello che probabilmente sarà il futuro delle serie tv, House of Cards negli Usa non ha un giorno di programmazione preciso (come accade invece in Italia): il servizio di streaming Netflix rilascia tutti e 13 gli episodi contemporaneamente perché gli spettatori possano vederli quando gli pare e piace (io prenderei una settimana di ferie e li guarderei tutti in un colpo!). Ecco perché tutta la seconda serie è stata disponibile negli Usa il 14 febbraio.Un buon numero di scene in House of Cards sono credibili. Quando il presidente Walker firma un disegno di legge sull'educazione, l'allestimento della sala per esempio è simile a quando il presidente John F. Kennedy firmò la legge sulla parità di retribuzione. In entrambe le scene il Vice Presidente si trova in fondo alla stanza, in disparte. 

Una chicca per appassionati di cose della Casa Bianca.Senza la "consulenza" di alcuni influenti personaggi di Washington la serie non sarebbe stata possibile. Kevin Spacey ha raccontato di essere andato a lezione dal politico repubblicano Kevin McCarthy e Michael Gill che interpreta il Presidente Walker ha parlato spesso con il consigliere della Casa Bianca David Gergen su come si comportano i presidenti a porte chiuse. Questa si chiama professionalità. La trama della stagione 2 si concentra sulla Cina e non sempre in una luce positiva. Questo non ha dissuaso i potenti di Pechino di diventare fan della serie. Secondo il Washington Post una grande quantità di traffico verso Netflix per scaricare House of Cards in Cina, proviene da indirizzi IP del governo. Anche alcuni big del Partito comunista cinese si sono dichiarati fans della prima ora.La serie, ambientata a Washington, DC, non è davvero stata girata lì: la maggior parte delle riprese sono avvenute a Baltimora e nel Maryland.Quando gli hanno chiesto ragione del suo passaggio dal cinema alla tv, Kevin Spacey ha risposto: "Sono stato fortunato a fare cinema in un altro momento storico. I film prodotti negli anni 90 non si fanno più. E le storie più interessanti e i personaggi più interessanti ora sono in TV".Ve lo ricordate Fight Club? E The Social network? Sono solo due dei film cult diretti da David Fincher, il deus ex machina di House of Cards. E da Hollywood provengono anche molti dei guest director, chiamati a dirigere gli episodi della serie: da Jodie Foster a Joel Schumacher a Robin Wright.Robin Wright è attualmente l’unica attrice ad aver vinto un premio prestigioso come il Golden Globe (vinto per la categoria Miglior Attrice in un Drama) per una serie distribuita solo online. Premio meritatissimo, aggiungo io, perché la sua interpretazione del personaggio di Claire Underwood è davvero perfetta. Spietata (come il marito). Fredda. Calcolatrice. Impenetrabile. Non si riesce mai a capire che cosa sta pensando. E poi, lasciatemelo dire. Le donne hanno sempre ruoli di poco spessore. Sono sempre donzelle in pericolo che aspettano che il principe azzurro le salvi. E basta! Claire è una donna dal carattere forte. Vuole il potere e se lo va a prendere. Non la ferma niente e nessuno. 


Per le riprese della terza stagione, era stata presentata domanda per girare due puntate all’interno del Palazzo di Vetro dell’Onu. Non si è riusciti a far nulla a causa del veto posto dal presidente russo Vladimir Putin. Peccato!

Attendendo, trepidamente, il finale della terza stagione, ho voluto condividere qui, con voi, la mia passione per questa incredibile serie TV.Ciao amici! Alla prossima!

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