Viaggio nelle assurdità della Commedia Erotica Italiana
Cari lettori, vi propongo un argomento un po' fuori dallo stile del nostro blog, di solito improntato sul cinema internazionale più celebre, per portarvi nei meandri del cinema italiano di un'epoca passata e di cui sarà difficile andarne fieri.
Immaginatevi quei film cult sorprendenti con trame intricate e interpretazioni da Oscar che tanto amate e dimenticateveli, quello di cui sto per narrarvi non ha nulla a che fare con tutto questo.
Vi ricordate il secondo tragico Fantozzi? la pellicola più popolare del ciclo interpretato dall'inimitabile Paolo Villaggio? non sono certo qui per sminuire un tale capolavoro di comicità, ma solo per farvi un paragone. Il caro ragionier Ugo Fantozzi è l'emblema del maschio italiano allupato degli anni '70, costretto dai suoi nobili e colti superiori a guardare quella "cagata pazzesca" della Corazzata Potiëmkin (come la voce narrante ci informa : "film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco, diciotto bobine") quando lui e i suoi malcapitati colleghi speravano nel più interessante Giovannona coscialunga disonorata con onore. Ebbene, è proprio negli anni '70 che il cinema italiano vede la nascita della commedia erotica. Sono milioni gli italiani che si recano nelle sale per visionare opere tra le quali Cornetti alla crema, Cassiodoro il più duro del pretorio e W la foca! (no, non ho sbagliato a digitare...)
Lasciatevi quindi cullare dall'ignoranza di questi cinque titoli tra i più esilaranti del cinema erotico-popolare italiano.
5. la signora gioca bene a scopa? (1974) di Giuliano Carnimeo
Michele, un esercente di un negozio di scarpe a Parma, è un accanito ma
sfortunato giocatore di poker: per ripagare i propri debiti, decide di
fare lo squillo.
4. dove vai se il vizietto non ce l'hai? (1979) di Mario Girolami
due investigatori privati vengono assoldati da una donna seducente, che chiede di scoprire se nella vita del marito, ricco e potente uomo d'affari, ci siano altre donne. Il compito però si rivela alquanto difficile per i due investigatori, alle prese l'uno con tre donne che gli fanno assiduamente la corte, e l'altro con un manesco giardiniere.
Durante un pedinamento ai danni del marito i due investigatori scopriranno che questi in realtà è omosessuale.
3. la schiava io ce l ho e tu no di Giorgio Capitani (1973)
Demetrio è un giovane playboy siciliano, ricco e scapolo, che si fidanza con la bella e ricchissima Rosalba, figlia del locale re del tonno. Dopo il matrimonio Rosalba cerca di imporre al marito una vita coniugale di tipo moderno contro il parere del marito che invece è più tradizionalista. Per trovare una valvola di sfogo alle sue necessità di "maschio ruspante", accetta prima l'offerta della matura e focosa Elena, della quale diviene l'amante, poi la lascia perchè nemmeno questa gli va a genio per il suo carattere possessivo. Così parte per l'Amazzonia, dove gli viene offerta la possibilità di scegliere e acquistare una schiava volonterosa e devota da portarsi in Italia.
2. quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda tutta calda di Mariano Laurenti (1973)
Di ritorno da una guerra, il protagoista Olimpio De' Pannocchieschi torna al suo paese dove ad attenderlo c'è la moglie Fiamma che però ha fatto un voto, non si concederà al marito prima che siano trascorsi 15 giorni dal suo ritorno. Nel frattempo Olimpio deve rappacificarsi col suo bellicoso vicino, il mugnaio Mastro Oderisi che si è risposato con la bella Ubalda per la quale Olimpio perde la testa imbarcandosi in tutta una serie di imprese per riuscire a farla sua.
Valter Veltroni, uomo camaleontico dal dono del multitasking, questa volta in veste di critico cinematografico, apprezzò il film, a cui riconobbe il merito di aver «aiutato a sconfiggere risorgenti integralismi bacchettoni e a dislocare verso equilibri più avanzati il comune senso del pudore». Contento lui.
1. Mazzabubù quante corna ci stanno quaggiù di Mariano Laurenti (1971)
è un film diviso in tre episodi principali intervallati da numerosi sketch nei quali regna l'adulterio. Ogni personaggio maschile viene tradito dalla propria moglie, tutte sante donne quindi, tranne la moglie di un eschimese che al contrario viene rimproverata dal marito perché in sua assenza non si è concessa ad un viandante ospitato in casa.
Un
film di questo fione che invece mi ha colpito per l'originalità e di cui forse
vi consiglierei la visione è il merlo maschio (1971), scritto e
diretto da Pasquale Festa Campanile, che vede Lando Buzzanca nel ruolo di
un violoncellista anonimo e incapace di originalità. Anche sua moglie è
una donna banale, poco istruita, fin troppo devota ai valori tradizionali e
nemmeno tanto bella. O almeno così il musicista crede finché un giorno, durante
una visita medica, si accorge degli sguardi del dottore e degli infermieri nei
confronti del corpo della moglie. Sbloccherà l’impotenza che lo condizionava
nei confronti della moglie solo mostrandola agli altri, eccitandosi della stima
che questi indirettamente manifestano nei suoi confronti. Prima fa vedere la
moglie nuda a una serie di uomini, poi manda le foto alle riviste di autoscatti
e infine pretende che lei si spogli nuda davanti a tutto il pubblico dell’arena
di Verona.
Potete esprimere il vostro parere su questo articolo e sugli altri del nostro blog scrivendoci nei commenti qui sotto ;) le critiche fanno bene e aiutano a migliorare! detto questo buona lettura e buon cinema a tutti !
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